PSICONCOLOGIA E PSICONCOLOGO...CHI SONO?

 

"La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia"

Gandhi

 

Sono una Psicologa Clinica, oltre a trattare i disagi più comuni come ansia, attacchi di panico, depressione etc.,mi occupo di Floriterapia e Psiconcologia. Questo articolo nasce perché in diverse occasioni e con mia grande sorpresa, mi è stato chiesto cosa fosse la Psiconcologia , di certo non credevo che questa materia fosse ancora sconosciuta a molti, soprattutto considerando lo stretto legame fra tumore e psicologia. Quindi vorrei provare a spiegare cosa è la Psiconcologia e la sua importanza, cercando di rendere tale articolo esaustivo ma allo stesso tempo il più semplice possibile e senza approfondimenti specifici.

Partiamo dall’inizio, la patologia tumorale ormai è la seconda causa di morte in Europa e in America e le sue cause o concause sono diverse: predisposizione genetica, errata alimentazione, agenti chimici, fisici, ambientali e non da trascurare, i fattori emozionali .. eh già perché sentimenti negativi come rabbia, rancore, senso di colpa, tristezza prolungata e simili possono partecipare “alla grande” all’insorgenza ( e non solo) di questa malattia fisica. Inoltre consideriamo l’incapacità di esternare i propri stati d’animo per poterli affrontare e quindi superare e lo stress sempre più presente nella nostra vita quotidiana (la PNEI ovvero la psiconeuroendocrinoimmunologia, da anni sta indagando la correlazione tra stress e malattia e i meccanismi sottostanti) .

Ma tutto ciò è antecedente, quindi consideriamo che per le varie cause sopra menzionate la patologia oncologica si presenti. La diagnosi di neoplasia è di fatto un trauma psicologico per un paziente, la notizia arriva solitamente come un fulmine a ciel sereno e a volte casualmente sottoponendosi a semplici esami di routine in cui si riscontrano anomalie da indagare ulteriormente. E questa è solo la prima fase in quanto successivamente lo stesso paziente dovrà subire esami più specifici, un’intervento chirurgico e trattamenti di chemioterapia e/o radioterapia, di fatto è un individuo che deve essere aiutato con la sua situazione organica ma soprattutto con quella emozionale, dovrà raggiungere un buon livello di qualità di vita e dovrà essere accompagnato nel reinserimento quotidiano (famiglia, lavoro etc..). Inoltre, spesso succede che l’essere a conoscenza della patologia con le conseguenti idee su di essa (impossibile ripresa sociale, vicinanza alla morte etc.) porti a slatentizzare problematiche sottostanti mai affrontate precedentemente e talora amplificarle.

E che dire della famiglia del malato? L’impatto della malattia neoplastica sul nucleo familiare del paziente ha forti implicazioni, l’intera famiglia vive l’evento in modo drammatico come e a volte ancor più dello stesso congiunto, a prescindere dall’esito favorevole o infausto della patologia. E’ un percorso difficile in cui possono emergere il senso di minaccia, di disperazione, di impotenza (tanto che a volte si rende necessario un lavoro maggiore sulla famiglia rispetto al malato che invece riesce ad accettare il suo stato più precocemente). Il tumore diventa così una “malattia della famiglia” non più individuale.

Ed ecco che subentra la PSICONCOLOGIA, ovvero una materia multidisciplinare che comprende culture di tipo psichiatrico, psicologico clinico, conoscenze ed esperienze pratiche dell’oncologia medica, della chirurgia oncologica, dei trattamenti chemio/radio terapici, della terapia ormonale, quella del dolore e della riabilitazione. La psiconcologia ha come obiettivo la presa in cura di tutte le dimensioni travolte dalla condizione “cancro” ovvero emozionali, comportamentali, interpersonali e spirituali. E’ quindi una presa globale del paziente che va dalla valutazione psicologica prima della comunicazione della diagnosi, alla fase riabilitativa fino, se necessario, alla gestione psicofisica del malato in fase terminale.

Lo psiconcologo valuta la reazione del paziente alla comunicazione della diagnosi modulando le informazioni in accordo con l’equipe medica e paramedica, garantendo le informazioni necessarie in base al momento e alla tollerabilità del paziente; assicura un sostegno per elaborare l’evento e di conseguenza lo aiuta ad accettarlo ed a convivere con esso; collabora con gli antalgologi per la terapia del dolore valutandone i possibili effetti emozionali e considerandoli a livello psicologico/psiconeurofarmacologico e con lo psichiatra, se si ritiene necessario l’uso di psicofarmaci (ansiolitici e/o antidepressivi) per disagi derivanti sia da condizioni fisiche come nel caso di dolori acuti o cronici, oppure collegati alla componente emozionale .

Colui che si occupa di psiconcologia, con lo stesso impegno, supporta psicologicamente la famiglia del malato sia per capirne le dinamiche, valutarle e attivare eventuali strategie funzionali, sia per aiutarlo nell’approccio con il parente malato che oltretutto spesso rivolge ad essa gli “umori” negativi dovuti alla sua condizione. Lo psiconcologo grazie al suo percorso accademico/pratico e quindi alle sue conoscenze descritte in precedenza può seguire il paziente anche nel periodo successivo a quello di degenza ospedaliera, molte problematiche infatti possono presentarsi a posteriori, basti pensare ad una donna a cui è stato asportato un seno…questo può incidere sulla considerazione della propria femminilità e avere una certa risonanza nella sfera sessuale, anche gli effetti di una terapia ormonale possono indurre a disagi psicologici, inoltre l’ansia che può scaturire per i successivi e costanti controlli, ritornare nell’ambiente ospedaliero, rivivere il trauma precedente mentre si attende l’esito dell’esame convivendo con la paura di una recidiva. Prezioso sarà il suo intervento anche nel caso più temibile, ovvero qualora venga riferito al paziente (e/o famiglia) il tempo rimanente alla conclusione del suo ciclo di vita.

Questa materia quindi si occupa decisamente di tematiche davvero importanti come la vita, il dolore e la morte. Ricordo che la psiconcologia si rivolge anche alla ricerca per riuscire a comprendere le relazioni fra psiche e soma in merito alla patogenesi, evoluzioni e guarigioni/peggioramenti delle neoplasie. Si accompagna spesso e con ottimi risultati a terapie alternative come l’ipnosi, il rilassamento muscolare progressivo, terapie immaginative e la floriterapia (quest’ultima soprattutto per affrontare le reazioni emotive o in casi estremi per accompagnare il paziente nel suo ultimo percorso).